Al Ministro dell’Interno On. Maroni

Palazzo Viminale
Via Agostino Depretis 7, 00184 ROMA

Roma, 2 marzo 2011
Con la presente, per sollecitare un intervento chiarificatore da parte del Ministero dell’Interno relativamente alla definizione delle caratteristiche che le armi per uso scenico debbono possedere ai fini dell'uso per le quali il legislatore ha ritenuto necessario prevederle e classificarle.
Al riguardo, si ritiene necessario segnalare che prima dell’approvazione del “Decreto legislativo 26 ottobre 2010 N° 204 - Norma di attuazione della direttiva 2008/51/CE”, che entrerà in vigore il primo luglio 2011, non esistevano norme con precise prescrizioni.
Facendo quindi riferimento all’Art. 22 della nuova normativa, “... Per armi da fuoco per uso scenico si intendono le armi alle quali, con semplici accorgimenti tecnici, venga occlusa  parzialmente la canna al solo scopo di impedire che possa espellere un  proiettile ed  il  cui  impiego  avvenga costantemente sotto il controllo dell’armaiolo che le ha in carico.”
 
Gli scriventi ritengono che la normativa sia sufficiente chiara e che non necessiti di interventi chiarificatori da parte delle autorità amministrative. Ma una precedente vicenda giudiziaria del 1995, che ha coinvolto alcuni fornitori di armi sceniche e singoli addetti del settore e che ha comportato un lungo processo conclusosi soltanto tre mesi fa con l’assoluzione piena di tutte le persone coinvolte, e il ripetersi, in queste ultime settimane, su iniziativa della Questura di Roma, della medesima situazione, con arresti e sequestri delle armi non ritenute idoneamente modificate per l’uso scenico, ci inducono a richiedere un intervento dei suoi Uffici affinché si possa tornare a lavorare in un ambito giuridicamente chiaro e che non risulti ingiustamente oneroso per gli addetti del settore.
Nel ribadire, quindi, che la semplicità della norma introdotta dall’art. 22 del “Decreto legislativo 26 ottobre 2010 N° 204” non dovrebbe prestarsi a fraintendimenti e obblighi non previsti,  l’Associazione AIAT-SFX auspica che la stessa venga interpretata tenendo conto, in primo luogo, delle esigenze di sicurezza sui posti di lavoro, che non possono evidentemente cadere in secondo piano rispetto ad altro tipo di considerazioni che nulla hanno a che vedere con la sicurezza sui set e l’uso per le quali il legislatore ha inteso disciplinarle.
Ci si riferisce, in particolare, alla possibilità di poter compiere normali operazioni di manutenzione, quali la pulizia e la verifica dell’efficienza meccanica, nonché l’evitare di imporre presunte operazioni di demilitarizzazione che tutto sono meno che sicure.

Laddove, per tanto, dovesse persistere l’attuale quadro di incertezza giuridica, che al momento non consente agli operatori del settore di poter operare con la dovuta tranquillità, l’Associazione AIAT-SFX si troverà costretta ad invitare tutti i tecnici abilitati all’uso delle armi per uso scenico a sospendere ogni attività.