Ecc.mo Dr. Tagliente,
ritengo doveroso disturbarla con una “lettera aperta” per senso di responsabile chiarezza: non solo nei confronti degli associati AIAT-SFX, ma anche verso quei lavoratori e le società di produzione che, nell’ambito della produzione audiovisiva, stanno subendo conseguenze negative a causa delle vicende occorse ad alcuni nostri associati.
È dalla seconda metà di marzo, a seguito dei provvedimenti sanzionatori dai voi emessi nei confronti di quattro titolari di licenza di detenzione di armi per uso scenico, che in Italia è divenuto di fatto impossibile realizzare film e prodotti televisivi che prevedano l’uso di queste armi.
L'Associazione  ha sempre cercato, sin dall’inizio, di trovare una soluzione che consentisse di riprendere le attività con le armi sceniche il prima possibile e in condizioni di certezze legislative maggiori.
Abbiamo quindi richiesto un incontro al Ministero dell'Interno che, va riconosciuto, ci ha già ricevuti due volte. Incontri che valutiamo positivamente e che hanno confermato la necessità di un intervento in grado di realizzare una definizione chiara di tutta la materia. Si è peraltro svolta quest’oggi, 15 aprile, una nostra audizione presso la Commissione armi.
Anche nei confronti della Questura di Roma, l'Associazione ha teso privilegiare un percorso rivolto al futuro, non conflittuale, e questo nonostante, come già avvenuto per una vicenda analoga iniziata nel 1995 e conclusasi positivamente a novembre delle scorso anno, vi sia la massima convinzione di essere nel giusto.
È stato quindi con spirito collaborativo che l’Associazione ha ritenuto opportuno premere sugli associati direttamente coinvolti, spingendoli a verificare la possibilità  di un’istanza di revisione dei provvedimenti presso la stessa Questura di Roma, piuttosto che un ricorso immediato presso il TAR.
Del resto, gli elementi di novità che da soli dovrebbero indurre gli Uffici della Questura a ripensare alcune sue decisioni, sono diversi e tutti importanti.
    In primo luogo la sopravvenuta pubblicazione della sentenza di assoluzione per l’analoga vicenda sopra ricordata risalente al 1995, che ha di fatto confermato l’esistenza di un quadro normativo dal quale non emergono indicazioni e principi quali quelli a suo tempo richiamati dall’accusa e  riferibili ad un parere del Consiglio di Stato del 1978. A ciò c’è da aggiungere che, nel frattempo, dal 1995 ad oggi nulla di nuovo è stato fatto per la puntuale definizione dei principi da adottare. Un vuoto che si spera verrà presto colmato dall’approfondimento avviato dal Ministero dell’Interno su sollecitazione congiunta dell’Associazione AIAT-SFX, ANICA e SLC-CGIL.
    Altro elemento emerso, in relazione al tipo di contestazioni avanzate nei confronti dei titolari di licenza, il comportamento, negli anni, della Questura di Roma, in ordine all’accettazione delle modifiche tecniche dalla stessa ritenute sufficienti, non univoco e contraddittorio rispetto alle motivazioni che a febbraio di quest’anno hanno determinato i sequestri, l’arresto e le successive sanzioni amministrative.
    Vi sono infine da considerare le prime risultanze degli atti compiuti dalla magistratura.
In un caso il GIP ha ritenuto di non convalidare l’arresto; decisione rispetto alla quale non c’è stata neanche la successiva opposizione del PM.
Per gli altri due casi, stesso PM per entrambi, due diversi GIP non hanno ritenuto di dover confermare la necessità della custodia cautelare. È di oggi, peraltro, il primo esito positivo del Tribunale del riesame: è stata infatti rigettata l’opposizione del PM alla scarcerazione. Stesso risultato ci aspettiamo per l’ultimo dei casi in esame.

Oltre a questi importantissimi elementi di novità, successivamente sopraggiunti alla decisione della Questura di Roma di sanzionare i titolari delle licenze per la detenzione delle armi per uso scenico,  l’Associazione si è fatta carico d’individuare, e fatto inserire nelle istanze presentate dagli associati interessati, gli ulteriori adempimenti che potrebbero evitare situazioni d’incertezza.

È quindi con disarmato stupore che, ad oltre una settimana dalla presentazione delle istanze, si deve prendere atto dell’inerzia dei vostri Uffici che sta di fatto costringendo l’Associazione a rivedere la propria posizione circa la possibilità di giungere ad una soluzione più che ragionevole, ampiamente prevista dall’ordinamento, anche e soprattutto a tutela degli interessi della Pubblica Amministrazione, e che in tempi brevi potrebbe consentire la ripresa delle attività.

Certo dell’attenzione, colgo l’occasione per inviare i più cordiali saluti.

Roma, 15 aprile 2011
                                                                Il Presidente AIAT-SFX
                                                                    Franco Ragusa