Tra le motivazioni, il Consiglio di Stato ha in primo luogo considerato che i paralleli procedimenti penali in corso, dai quali la Questura di Roma ha preso le mosse per l’avvio dei controlli e l’emanazione delle sanzioni amministrative, “inducono ad escludere che si riscontrino a carico dell’appellante comportamenti della stessa gravità di quelli emersi nella diversa vicenda che è all’origine delle indagini”.
Altro aspetto di particolare interesse, il Consiglio di Stato ha tenuto conto non solo del “danno grave e irreparabile derivante all’appellante dalla interruzione della sua attività in questa fase di attesa del giudizio di merito”, ma ha altresì valutato “il danno conseguente per i settori interessati dell’industria dello spettacolo, in relazione agli analoghi provvedimenti, oggetto di paralleli giudizi cautelari, contemporaneamente adottati anche a carico di altri operatori nello stesso comparto e nella stessa area geografica”.
Si può quindi riprendere a lavorare, in attesa che la giustizia penale e amministrativa facciano il loro corso.
Una notizia che dovrebbe in qualche modo rallegrarci, ma che invece lascia l’amaro in bocca per il tanto, troppo tempo perso, e perché sappiamo bene quanto tutto ciò ha pesato negativamente in termini economici; e non solo ai titolari delle licenze revocate o sospese.
Ed è proprio per quanto avuto modo di leggere dalle ordinanze del Consiglio di Stato, e i tempi necessari per arrivare ad ottenere, nero su bianco, l’ovvia applicazione del principio di cautela in attesa di verificare la fondatezza degli illeciti contestati, che l’Associazione AIAT-SFX non si stancherà mai di ribadire la necessità di giungere, in tempi rapidi, ai dovuti chiarimenti normativi e/o regolamentari relativamente alla gestione delle armi per uso scenico, pena il rischio di ritrovarsi, da un giorno all’altro, di fronte ad iniziative giudiziarie e/o amministrative in grado di bloccare, per quanto fondate su elementi e/o circostanze tutte da dimostrare, un intero settore industriale per mesi.
Relativamente a tale rischio di blocco, che per la vicenda in corso e per una fortunata coincidenza si è verificato in un momento nel quale non vi erano lavorazioni in corso, perché appena finite o in procinto d’iniziare, l’Associazione ritiene doveroso agire a tutela dei propri associati, dando indicazione agli stessi di non assumere impegni non dipendenti dalla loro volontà e/o comportamento. Gli associati sono pertanto invitati, per le attività legate all’uso delle armi sceniche sparanti a salve, noleggio o prestazioni di lavoro individuali, a dare comunicazione alle Società di produzione della seguente nota:
In considerazione dell'attuale stato di incertezza normativa e regolamentare riguardo le armi per uso scenico, di cui all'art. 22 della legge 110/1975, per le quali è al momento consentito l'uso sulla base della discrezionalità delle Questure di competenza e degli articoli 9, 39, 45 e 57 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), SI DECLINA qualsiasi responsabilità per l'eventuale improvvisa sospensione o riduzione della fornitura e/o uso delle armi per uso scenico, nonché della variazione delle modalità d'impiego, in conseguenza di: a) provvedimenti dell'autorità giudiziaria e/o amministrativa avverso i titolari delle licenze di detenzione e maneggio delle armi per uso scenico; b) adempimenti che dovessero rendersi necessari sulla base delle prescrizioni di volta in volta stabilite dall'autorità di polizia amministrativa; c) modifiche di legge e/o regolamentari riguardo la detenzione ed impiego delle armi per uso scenico; d) mancate autorizzazioni ai sensi dell'art. 57 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) ed altre autorizzazioni eventualmente necessarie; e) osservanza di altre disposizioni di legge e/o regolamenti di polizia locale. |
Roma, 20 giugno 2011
Per l’Associazione
Il Presidente
Franco Ragusa