Nel ringraziare iL Sen. Vita per l'interrogazione e la puntuale risposta, L'Associazione tutta coglie l'occasione per anticipare che, a meno di interventi correttivi da parte del Ministero dell'interno, l'AIAT-SFX sarà costretta ad intraprendere altre iniziative, in quanto la circolare emanata il 7 luglio 2011 presenta problemi sia di ordine tecnico (per alcune tipologie di armi è di fatto impossibile effettuare le modifiche richieste) che di sopravvivenza del settore a causa degli ingenti oneri da dover sopportare nel breve periodo di un anno per adeguarsi alle nuove regole.
 
PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-02165 sulla disciplina delle armi per uso scenico.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

MANTOVANO, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli senatori, la categoria delle armi per uso scenico ha sofferto, per quasi quarant'anni, della mancanza di una propria disciplina. L'unica norma che contemplava tali armi era l'articolo 22 della legge n. 110 del 1975, che si limitava a dichiarare consentiti la locazione o il comodato di armi da guerra o comuni da sparo se impiegate per uso scenico.
È solo con il decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 204, che viene fornita la definizione di arma per uso scenico, intendendo per tali le armi modificate in modo da non poter espellere proiettili e che vengono usate da un armaiolo per uso scenico: non è tanto rilevante la natura dell'arma quanto che essa sia in mano a persona responsabile e munita di adeguate licenze.
Circa gli adempimenti e le procedure da seguire per la corretta utilizzazione di tali armi e, soprattutto, per renderle idonee all'uso scenico, è stata interessata la Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi che, nella seduta del 12 maggio di quest'anno, ha formulato le proprie osservazioni sugli accorgimenti tecnici da applicare, contemperando le esigenze dello spettacolo con quelle di sicurezza e di ordine pubblico derivanti dall'impiego per uso scenico anche di armi da guerra.
La Commissione è pervenuta ad una risoluzione che risponde alle istanze di certezza e chiarezza delle procedure amministrative senza che vengano meno i controlli dell'Autorità volti a prevenire usi illeciti.
Il Ministero dell'interno ha accolto le osservazioni della Commissione e il successivo 7 luglio ha emanato una circolare esplicativa, contenente la disciplina specifica sulle armi ad uso scenico, con particolare riferimento alla loro detenzione e gestione, nonché agli adempimenti amministrativi connessi.
Gli operatori del settore hanno ora a disposizione un quadro di riferimento più chiaro, che consentirà la corretta definizione dei singoli procedimenti, evitando incertezze interpretative sull'applicazione della disciplina.

VITA (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VITA (PD). Signor Presidente, signor Sottosegretario anche la sua risposta non sfugge ad un limite antico del sindacato ispettivo, cioè l'essere le risposte del tutto asimmetriche rispetto al periodo in cui accade un qualcosa che induce l'interrogante o l'interpellante a intraprendere la sua iniziativa. E' chiaro che in questa discrasia temporale «tutte le vacche sono nere», cioè è difficile stabilire dove sia il torto e dove sia la ragione.
Ma c'è un punto al quale mi sembra che lei, pur nella sua accurata risposta di cui la ringrazio, si sia sottratto o forse è l'elemento in sé che non è stato ancora chiarito dalla stessa magistratura nella sua autonomia. Mi riferisco all'emergenza, che diede luogo all'interrogazione, di alcune vicende che hanno portato all'arresto e alla detenzione di alcune figure professionali che per mestiere si occupano di adattare le armi per uso scenico. In verità nel fiorire di film e serie televisive che parlano di polizia, di carabinieri o di grandi battaglie storiche, lei potrà immaginare, signor Sottosegretario, quanto sia necessario, fintanto che questo tipo di estetica sarà premiata dal pubblico e sarà d'interesse per chi la produce, chiarire questo argomento.
È vero che è intervenuto il decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 204 - peraltro evocato nel testo dell'interrogazione - ma pur in presenza di questo elemento di relativa chiarezza, nel febbraio 2011 sono intervenuti i fenomeni illeciti di cui l'interrogazione si occupa.
Pertanto, la mia replica alla sua risposta è di parziale insoddisfazione con un invito rivolto a lei, signor Sottosegretario, a cercare di capire se effettivamente è sufficiente quel quadro normativo o se, invece, com'è accaduto, non lo è. Infatti è del tutto evidente che, molto probabilmente, attorno a qualche definizione su cosa significa - io non sono per nulla esperto in materia - come si esplica l'otturazione di un'arma per uso scenico si possono infilare giudizi di un tipo di un altro. Non è una cosa banale perché ricordo in qualche incontro lavoratici e lavoratori del settore parlare di un blocco dell'attività di circa il 60 per cento perché in questa stagione del mondo pare che piaccia molto l'utilizzo delle armi in scena.
Dunque, rivolgo nuovamente un invito al Governo ad occuparsene perché ne va dell'attività di una parte importante del settore audiovisivo che rischia di essere compromesso. Naturalmente io ho un'attitudine pacifista, quindi lungi da me sperare che dietro le armi sceniche si celino invece armi vere. E certo non vorrei vedere morire in scena nessuno. Però il problema, da quanto ci risulta, esiste.